In collaborazione con il governo del Somaliland, il nuovo Cheetah Rescue and Conservation Center fungerà da sito di riabilitazione per i cuccioli di ghepardo orfani, malati e feriti confiscati dal commercio illegale di specie selvatiche dalle Forze Speciali del Ministero dell’Ambiente e dei Cambiamenti Climatici (MoECC). I ghepardi, per lo più sequestrati quando avevano da poche settimane a pochi mesi, saranno assistiti presso il CRCC. A causa della natura delle loro ferite, subite durante la cattura iniziale e/o da carenze nutrizionali, oppure da cure improprie nelle mani dei loro rapitori, la maggior parte dei cuccioli di ghepardo richiederà cure veterinarie a lungo termine, e tutto questo sarà possibile una volta completato il nuovo centro, che sarà caratterizzato da vasti recinti esterni che forniranno un ambiente naturale per gli animali, dove potranno sentirsi liberi ma seguiti nelle cure degli addetti del CCF.

“La nostra missione è fornire assistenza quotidiana a questi animali collaborando con il Ministero dell’Ambiente e dei Cambiamenti climatici, per fermare il commercio illegale di specie selvatiche e il conflitto tra predatore ed umano”, ci dice il Project Manager, Mark Natt.
Il progetto in essere, ora, in Somaliland consiste di 3 enormi rifugi per i ghepardi che attualmente ospitano ben 86 esemplari, e con loro un leopardo. Semplicemente identificati come Safe House SH1, SH2 e SH3, “SH1” ospita i cuccioli più giovani, di età compresa tra 3 mesi e 7 mesi, ed è anche sede della clinica veterinaria per gli animali che arrivano al centro. Il rifugio “SH2” ospita gli animali di età superiore ed in stato di quarantena, in quanto soggetti alla presenza di eventuali virus. I ghepardi più confidenti verso l’uomo, invece, si trovano nel rifugio SH3, e questi attualmente sono esenti da virus accertati, e per salvaguardarne la salute è necessario far sì che non entrino in contatto con altri animali.
I recinti sono costruiti in modo che possano ospitare in sicurezza un gruppo di animali che va da un minimo di 1 ad un massimo di 9 esemplari. Al progetto attuale stanno lavorando 10 dipendenti locali del Somaliland, 5 uomini e 5 donne, che si prendono cura degli animali, e si occupano di manutenzione e pulizie. Il personale internazionale varia da 7 a 11 persone a seconda del ciclo di lavoro e degli impegni individuali, 2 veterinari internazionali che sono impegnati nel progetto esistente, il primo dai Paesi Bassi ed il secondo dal Canada. Il tecnico veterinario arriva dagli Stati Uniti, mentre i tre guardiani provengono da Spagna, Regno Unito e Stati Uniti, e il Project Manager e l’Animal Care Manager sono statunitensi.

“Con la costruzione del nuovo progetto CRCC, puntiamo a selezionare e formare le persone del Somaliland per iniziare un percorso lavorativo che include la cura degli animali, nonché una forza lavoro aggiuntiva per la nuova struttura di Geed Deeble” , ha affermato la D.ssa Laurie Marker. Il sito CRCC si trova su oltre 800 ettari a Geed-Deeble, una riserva che dista circa un’ora di auto da Hargeisa. Oltre alla clinica e alle strutture ambulatoriali, il centro includerà strutture per l’istruzione e la formazione professionale che andranno a beneficio di studenti, insegnanti, pastori, operatori della fauna selvatica ed eco-ranger. Il Centro sarà anche aperto a visite pubbliche, con lo scopo di educare i visitatori locali ed internazionali sugli ecosistemi del Somaliland e sulla fauna selvatica indigena. È la prima struttura del suo genere in tutto il Corno d’Africa.

La costruzione è iniziata poco dopo la cerimonia inaugurale di dicembre 2021, quando è stata posata la prima pietra da parte del Ministro dell’Ambiente. L’evento ha segnato l’avvio ufficiale della prima fase del progetto, a cominciare dalle unità abitative del personale. Ad oggi, gli alloggi, le strutture della mensa, quelle per la cura degli animali, la clinica veterinaria e gli alloggi del manager sono tutti in costruzione. Si sta lavorando anche alle condutture di acqua lunghe 2,8 chilometri, per dotare di acqua dolce la struttura. Sono in costruzione sei serbatoi di stoccaggio dell’acqua in cemento da 10.000 litri ognuno, per contenere acqua sufficiente per le esigenze del progetto. Inoltre, per l’intero Centro è in fase di sviluppo un sistema fotovoltaico per l’energia elettrica fuori rete. Anche i componenti e le forniture per le recinzioni stanno arrivando, e lo faranno dal Sudafrica tramite sette container marittimi. Si devono ancora installare 11 chilometri di recinzione perimetrale e 22 chilometri di divisori per gli animali, ma fortunatamente i tempi saranno brevi.
Il Ministero dell’Ambiente e del Cambiamento Climatico continua a sostenere l’impegno del CCF nel portare a compimento il progetto. Presto verrà assunto un funzionario per il “coinvolgimento della comunità” che lavorerà con le comunità locali avviando programmi di sensibilizzazione sul progetto, e lo farà in tutto il Somaliland, questo per contribuire alla conservazione del ghepardo, ma soprattutto per il bene del nostro Pianeta intero.
