In India, la sfida della reintroduzione dei ghepardi

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di Laurie Marker
24 aprile 2018

Nel 2010 ero stata invitata in India per la prima volta, per partecipare ad una riunione a Gajner, in Rajasthan. Tema dell’incontro: la reintroduzione del ghepardo, una specie che un tempo viveva in India, ma che era ormai estinta da 66 anni. I rappresentanti del Gruppo Specialisti dei Felini della International Union for Conservation of Nature (IUCN), di cui sono membro, il Gruppo Specialisti Veterinari e il Gruppo di Reintroduzione dei Felini, unitamente ad altri esperti internazionali hanno condiviso in quell’occasione le prospettive con i funzionari del Governo. La riunione si rivelo’ promettente.
L’anno seguente fui nuovamente invitata per svolgere una missione fact-finding nel Kuno Palpur Sanctuary (KPS) a Madhya Pradesh. Valutai il KPS in merito alla sua adeguatezza come habitat, esaminando fattori quali il clima, le prede, l’approvvigianmento dell’acqua, la presenza di altri predatori, il bestiame e gli animali domestici, e il numero di insediamenti umani. Ispezionai le aree potenziali per l’accoglienza e il rilascio, e parlai con i funzionari del parco. Ho visitato anche i villaggi di nuovo insediamento del Parco, e parlato con i residenti. Successivamente alla visita, ho redatto un piano di reintroduzione di una piccola popolazione di ghepardi (africani)nella riserva, un progetto pilota. Trovavo che fosse un’idea molto emozionante. Ero piena di speranza.

Nel 2013, la Corte Suprema dell’India boccio’ il progetto di reintroduzione dei ghepardi, citando svariate motivazioni. La piu’ importante era che non era mai stato condotto uno studio dettagliato sull’introduzione di una specie aliena in India. Tuttavia, il ghepardo non è una specie aliena in India – era solo estinta a livello locale. Ora, venendo a conoscenza di una richiesta recentemente presentata dalla National Tiger Conservation Authority (NTCA) che contesta proprio questo fatto, la Corte Suprema ha approvato la riconsderazione del caso.

Un secolo fa, 100.000 ghepardi vivevano in Africa, in India ed in altre zone dell’Asia. Oggi, meno di 7000 restano in vita, e occupano un solo 9 per cento del loro areale storico, in alcune piccole sacche dell’Africa. Il ghepardo asiatico e’ stato dichiarato estinto nel 1952. Ne esiste ancora una manciata in Iran, ma gli esemplari subiscono un declino talmente rapido che anche il ghepardo asiatico potrebbe estinguersi in quella zona.

I motivi del declino rapido del ghepardo sono da ricercare nell’interferenza umana. I conflitti tra umani e fauna selvatica, la perdita di habitat e di prede, oltre al traffico illecito di fauna hanno decimato le popolazioni. Aggiungendo poi il cambiamento climatico e le popolazioni umane in aumento, si comprende che questi problemi sono stati ulteriormente aggravati. Disponendo di meno areali di caccia, di cui i ghepardi hanno bisogno, le specie che richiedono vasti territori si trovano a dover competere con altri animali e con l’Uomo, tutti in lotta per la conquista di spazi sempre minori.

Reintrodurre i ghepardi in India potrebbe allievare la pressione sulle specie, creando un habitat piu vasto di cui il ghepardo ha disperatamente bisogno. Ma perchè dovremmo interessarci alla salvezza del ghepardo?
Il ghepardo, Acinonyx jubatus, è uno dei piu’ antichi animali tra le specie di Grandi Felini, con antenati che risalgono a piu’ di 5 milioni di anni fa, fino al Miocene. Il ghepardo è anche il mammifero terrestre piu’ veloce del mondo, un’icona della natura. Con grande velocità e destrezza, il ghepardo è conosciuto per la sua abilità nel cacciare, laddove le sue prede alimentano anche tutta un’altra serie di animali del suo ecosistema – assicurandone cosi’ la sopravvivenza.

La National Forest Commission del Governo Indiano raccomanda fortemente la tutela del proprio habitat e le specie ad esso correlate. La reintroduzione del ghepardo contribuirà a ripristinare gli ecosistemi di foreste e praterie indiane, che hanno subito un grande degrado. Possedere i ghepardi significherà maggiore biodiversità, e la biodiversità è il vanto di un ecosistema sano. L’India è anche la patria dei pascoli liberi piu’ ricchi del mondo. Riportare il ghepardo significherà richiamare l’attenzione sulla pastorizia, e cosi’ facendo, ricostituire il patrimonio naturale del Paese.

Il ghepardo è una specie non aggressiva, che non attacca gli umani. Tra i grandi carnivori, il ghepardo presenta il livello più basso di conflittualità per gli insediamenti umani, poichè preferisce la selvaggina ed è improbabile che attacchi grossi capi di bestiame. La presenza di ghepardi in India potrebbe al tempo stesso incrementare l’ecoturismo ed aumentare le possibilità di reddito, migliorando le condizioni di vita nelle comunità locali dove si introducono i ghepardi. Le comunità locali dovrebbero essere consigliate sulla vita armoniosa insieme alla fauna selvatica, in particolare dei predatori come il ghepardo. Con una formazione adeguata e programmmi di formazione e di comunicazione, le comunità locali potrebbero convivere armoniosamente con la fauna, cosi’ come abbiamo fatto in Namibia grazie al modello introdotto con successo dal Cheetah Conservation Fund (CCF).
Sì, il progetto di reintroduzione del ghepardo sarà un’impresa importante e molto complessa, e richiederà notevoli risorse finanziarie. Ma è un tentativo che vale la pena, poichè i risultati sono grandiosi.