Namibia 2018 – CCF – Le mie emozioni- ricordi di un incontro speciale.

Di Monica Mazzola

 

In un soleggiato e caldo pomeriggio di novembre, fra i tanti visitatori del Centro, ho incontrato il tuo sguardo.

Portavi un cappello per proteggerti dal sole e degli occhiali scuri, che hai abbassato vedendomi.

In quel preciso istante ho notato i tuoi occhi chiari, curiosi. 

Cercavi i miei occhi scuri.

Ho capito che non avevi mai visto un felino come me dal vivo.

Osservavi le linee verticali del mio muso, le macchie del mio manto, le unghie non retratte.

Io, Romeo, sdraiato, dietro la rete metallica, aspettavo il momento del pranzo, nella ciotola di porcellana che i volontari ci preparano e la solita corsa competitiva insieme ai miei fratelli.

Io e i miei fratelli, pronti a correre a prendere la nostra razione.

Tu, attenta alle parole della volontaria, avevi già nascosto il viso dietro l’obiettivo della tua macchina fotografica intenta a riprendere ogni particolare di me.

Mi era visibile la tua emozione.

Io ho ricambiato il tuo interesse emettendo delle fusa mentre i miei fratelli erano irrequieti per la preparazione del cibo.

Tu eri stupita. Mi hai paragonato al tuo gatto.

Guardandomi mi hai sussurrato qualcosa ed io mi sono sentito subito bello e fortunato.

In questo Centro di Recupero, grazie all’impegno della nostra mamma Laurie, al prezioso lavoro dei tanti volontari e lo studio dei ricercatori, io e i miei fratelli possiamo sopravvivere.

La loro dedizione totale alla salvaguardia della nostra specie e lo studio della nostra storia ha regalato ad ognuno di noi una seconda chance.

Soggiorniamo in cattività perché in natura abbiamo avuto grandi difficoltà a sopravvivere.

Siamo ghepardi salvati da situazioni pericolose, feriti da altri animali, trovati abbandonati per aver perso la nostra mamma durante una battuta di caccia, confiscati ad umani che ci detenevano come animali domestici come nel mio caso.

In questo centro siamo curati, accuditi, osservati e reintrodotti, dove possibile, nel nostro ambiente naturale imparando di nuovo ad esercitare il nostro istinto primordiale di predazione.

Correre per noi è fondamentale.

Possiamo inseguire una preda a elevatissima velocità ma per pochi minuti e con la nostra super vista dobbiamo capire in brevissimo tempo qual è la preda più debole.

Nonostante queste capacità siamo noi stessi prede di felini più feroci, soprattutto i leopardi e purtroppo anche bersaglio di allevatori inferociti per aver ucciso il loro bestiame.

Per questo motivo è stato introdotto nel centro di recupero l’allevamento di un nostro antagonista, un cane pastore dell’Anatolia, che, con la sua forza e la combattività ci tiene lontani dalla tentazione di attaccare il bestiame.

I cuccioli di questa razza cinofila turca, vengono allevati insieme alle greggi di capre sviluppando un senso di protezione nei loro confronti e imparando a tenere lontano noi dalla tentazione di predare.

Così facendo anche gli allevatori sono meno predisposti ad imbracciare un fucile per spararci nel caso in cui ci avviciniamo troppo.

 

Dimmi la verità, non avresti mai pensato ad un incontro così emozionante.

Mi stai ancora osservando dietro al tuo obiettivo fotografico ed io voglio ricambiare il tuo interesse con fusa più forti ed un miagolio.

Sei ancora sorpresa…assomiglio proprio al tuo gatto.

Ora ti sei commossa. Hai scostato per un attimo il viso dall’obiettivo e mi stai fissando.

Sei attratta dal mio comunicare con te.

Sono attimi intimi, dove il tempo sembra essersi fermato e la mente è sgombra, c’è tempo solo per un ricongiungimento speciale.

Tu, donna della specie umana ed io, felino selvatico della specie ghepardo.

Il nostro incontro ti ha aperto gli occhi su un mondo a te sconosciuto, fatto di istinti e grande sensibilità.

E un mondo che in parte conosci già, interagendo e studiando il comportamento dei lupi.

E’ il mio mondo di animale selvatico.

Devi imparare a conoscerlo e rispettarlo.

E’ un mondo fatto di voci di tanti animali che popolano la savana ma anche di grande silenzio.

E’ un silenzio non vuoto ma popolato da tante immagini, colori e suoni che si sviluppa sotto una curvatura di cielo bassa e di mille stelle.

Colori caldi, contrastanti e buio, deserto e savana, silenzio e voci, vita e morte. Un ciclo infinito.

Rifletti.

Adesso il tuo sguardo è acciecato dalla luce artificiale, il tuo orecchio è popolato dai rumori del progresso.

Mi capisci?

Sei una donna fortunata se riesci a capire il segreto della vita che ti sto trasmettendo.

Lasciati andare a questo pensiero sconvolgente ed insegui i tuoi sogni.

Sei in Africa.

Io e te facciamo parte dello stesso universo.

 

Vedo una lacrima rigarti le guance e sono certo che hai capito la magia del nostro incontro.

Sei per me unica.

Tutto è avvenuto in un attimo, in mezzo a tanti visitatori rapiti dalle parole dei volontari.

Ma tu hai sentito il mio richiamo.

Tu, donna con il cappello, resta con me e portami nella tua anima.

Questo sarà il messaggio che potrai diffondere e la mia maniera di sopravvivere.

 

Mi stai sorridendo.

Grazie per aver provato ad ascoltare il mio mondo e grazie per ciò che stai facendo per me.

Ti seguo con lo sguardo mentre ti allontani e scompari in mezzo ai visitatori ma sono sicuro che proprio tu, tornerai a salutarmi prima di partire e sarà per te amore a prima vista.

La bellezza trasparsa da questo incontro sarà per sempre unica,come noi.

Tu donna io ghepardo .

ROMEO PER MONICA – CCF Namibia, 06.11.2018