I ghepardi nell’Antico Egitto

Di Ian Harvey (Traduzione di Betty von Hoenning)

L’ammirazione che gli antichi Egizi nutrivano per i felini era ben consolidata. Non solo essi erano profondamente utili intorno alla casa per controllare infestazioni, mantenendo sotto controllo incursioni di serpenti e di altri animali nocivi, bensì erano stati lungamente associati a diverse divinità egiziane nel corso dei secoli.

Mentre i felini non erano considerati divinità, essi fungevano da rappresentazione delle divinità, cosicché ferirli o ucciderli significava ferire un dio. Di conseguenza, anche ferirli  accidentalmente era considerato un reato grave.

A hieroglyph from Deir el-Bahari depicting leashed cheetahs (“panthers”).

Un geroglifico di  Deir el-Bahari  che illustra ghepardi al guinzaglio (“pantere”).

Secondo il  Cat Museum di San Francisco, la divinità più celebre era probabilmente il Bastet Egiziano,o Bast, fortemente associato ai gatti domestici, ma c’è anche la divina  Sekhmet, dea dalla testa di leone rappresentata dal calore intenso del sole di mezzogiorno, che era una dea della guerra così come dea salvifica.

Prima delle due divinità tuttavia, spiccava Mafdet, che era forse la principale dea dei felini. Mafdet era la dea della giustizia, e pare anche proteggesse contro scorpioni e serpenti. Nella tomba di Abydos è stato rinvenuto un grande vaso che rappresenta Mafdet come una grande gatto, molto probabilmente un ghepardo. 

Mafdet’s head on the bed where the mummy is placed.

La testa di Mafdet sul letto in cui giace la mummia.

Circondati da tali divinità feline, non sorprende che gli antichi Egizi fossero ossessionati dai felini, e che molti tra loro li tenessero come animali da compagnia, anche quando erano di dimensioni notevoli. I Faraoni egiziani ed altre personalità del tempo usavano possedere grandi felini, come i leoni e i ghepardi del Sudan,  che tenevano come animali domestici.

È probabile che i ghepardi sarebbero stati più adatti alla vita all’interno delle mura domestiche rispetto ai leoni, visto che un ghepardo adulto era ai tempi simile ad un cane di medie dimensioni attuali. 

A female cheetah chasing down her prey, a baby Impala, Mara Masai Game Reserve, Kenya, Africa.

Un ghepardo femmina che caccia una preda, un cucciolo di impala, Mara Masai Game Reserve, Kenya, Africa.


I ghepardi sono per loro stessa natura animali docili, e non temevano gli umani più di tanto, il che ne rendeva più facile la cattura, ed effettivamente esisteva un vero e proprio commercio fatto di catture, dome, e addestramenti dei felini.

Cheetahs Alive afferma che non solo i ghepardi venivano tenuti come animali da compagnia, ma venivano perfino sepolti accanto al proprietario quando questi moriva,in quanto si credeva che la velocità del felino avrebbe portato i loro padroni velocemente nell’Aldila’.
Secondo il  Cat Museum di San Francisco, la divinità più celebre era probabilmente il Bastet Egiziano,o Bast, fortemente associato ai gatti domestici, ma c’è anche la divina  Sekhmet, dea dalla testa di leone rappresentata dal calore intenso del sole di mezzogiorno, che era una dea della guerra così come dea salvifica.
Prima delle due divinità tuttavia, spiccava Mafdet, che era forse la principale dea dei felini. Mafdet era la dea della giustizia, e pare anche proteggesse contro scorpioni e serpenti. Nella tomba di Abydos è stato rinvenuto un grande vaso che rappresenta Mafdet come una grande gatto, molto probabilmente un ghepardo. 

I ghepardi hanno una natura docile e non temono particolarmente gli umani, il che li rendevano più facili da catturare, ed effettivamente esisteva un commercio fatto di catture, dome ed addestramenti dei felini. Cheetahs Alive afferma che talvolta venivano tenuti come animali da compagnia e alla morte del proprietario venivano sepolti insieme per tenere loro compagnia, e perché si riteneva che grazie alla velocità del felino, l’anima del proprietario sarebbe arrivata velocemente nell’Aldila’.

Un carro egiziano accompagnato da un ghepardo e da uno schiavo.
Gli Egiziani domavano e addestravano i ghepardi alla caccia, e li tenevano anche come animali esotici. Notare: dico domavano e non addomesticavano, che potrebbe suggerire la riproduzione e la selezione intenzionale in cattività , che era evidentemente assente per una serie di motivi.  Uno di questi era il commercio e la doma di felini adulti, l’altro era dovuto al fatto che i ghepardi non si riproducono facilmente in cattività.
Secondo  Glyptodon, era meglio catturare un adulto selvatico piuttosto che i cuccioli, dato che gli adulti possedevano già l’abilità alla caccia appresa in natura. Il che significava che richiedevano un addestramento minore per cacciare efficacemente con l’uomo.
Ghepardo
Come per i falchi, i felini venivano tenuti bendati sul terreno, fino a che la preda fosse stata liberata, così In seguito  i ghepardi venivano liberati per sfinirla nella corsa.